Ancora una volta siamo alla vigilia del 25 luglio, San Giacomo; ed io, "millanta" giorni fà, giovane 50enne del 2008, incuriosito e fremente pianificavo il viaggio più importante della mia vita. Si! Perché così l'ho visto in itinere e così lo vedo oggi, amareggiato dalla "SORTE?" che dopo avermi condotto per una volta, nell'anno Jacobeo 2010, alla tomba del Santo, mi ha tenuto lontano da quei luoghi fino ad oggi e sicuramente continuerà a farlo finché Qualcuno lassù lo vorrà. Ho dei miei "piani", ma non riguardano l'immediato e non li scrivo per paura che il destino possa leggerli e confutarli. Già. Il destino! LA SORTE! Ma davvero può essere artefice delle mie decisioni, del mio LIBERO ARBITRIO? Sono proprio una l'antitesi dell'altro. Da secoli e fino ad oggi, pensatori, scrittori, scienziati, filosofi, condottieri, personaggi più o meno illustri hanno sentenziato pro o contro queste due essenze-guida dell'essere umano. E io stesso, anche se tendenzialmente fatalista, sono talvolta combattuto tra lo schierarmi col fronte della ragione o con quello del fato. Penso che le posizioni assunte siano dettate, a seconda dei casi, più che altro dall'opportunismo anche se inconsciamente. Se è vero che prima Esopo e poi Erodoto affermavano che "Nessuno può sottrasi al proprio destino" e che "Non sono gli uomini a dominare la sorte ma è la sorte a dominare gli uomini" non posso dimenticare uno dei due aforismi a me più cari, quello di Mao che forse facendo suo il pensiero di Shopenhauer "Il destino mescola le carte e noi giochiamo",in tempi più recenti e in chiave più diretta ammoniva "Non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati solo di quando potevi e non hai voluto". Ecco. Tutte queste citazioni solo per arrivare ad ammettere, a malinquore, che forse il rimprovero del dittatore cinese è rivolto proprio a me! Sono sempre di più gli aspiranti pellegrini che mi contattano per sapere "cosa, come, perché" e infinite altre domande alle quali adoro rispondere con gli occhi illuminati dal ricordo e il pensiero scaldato dalla speranza del ritorno. E ogni volta, sempre più, mi torna in mente il monito di Mao, ma soprattutto le più recenti e concrete parole di una "storica" pellegrina nuorese, Donata, che in occasione di una disquisizione sull'argomento, in risposta a tutti i miei "questa volta non ho potuto perché... quella volta..., e l'altra ancora..." candidamente mi gelò con una perla di saggezza che esclude ogni scusa e che farei bene a seguire: "Se davvero vuoi andare, fai lo zaino e parti!" Esattamente come si è imposta lei, che ormai ha calcato i suoli spagnoli dai quattro punti cardinali, non so più quante volte. Semplicemente perché è riuscita a VOLERLO! Riuscirò anch'io, prima o poi? Con rammarico per le mie debolezza d'animo, auguro con tutto il cuore a chi si avvia ¡Buen Camino! e...
¡ ULTREYA !