9° - Astorga - Villafranca del Bierzo





9°giorno
04.08.10 mer
Da Astorga
a Villafranca del Bierzo

distanza km
ascesa tot. m
tempo pedalata
vel. media
difficoltà
tappa
82,6
1.205
06:06
15,51
3 su 5
progressivo
636,2
10.694
50:57
13,61
Note
In questa tappa si raggiungono le quote più elevate: 1480 metri della Cruz de Hierro, vicino a Foncebadon, e poi, dopo poco più di 6 km, quasi 1490 metri Fra Manjarin e Acebo. Poco dopo c'è anche la discesa più ripida e più lunga di tutto il percorso: oltre 15 km di discesa ininterrotta per passare da 1490 metri di quota a 570. I freni sono messi a dura prova.




Quella di oggi è una giornata speciale: sono stato praticamente “adot­tato” dal gruppo dei Valenciani che mi hanno donato e fatto indossare una delle loro maglie di gruppo: rossa, con su ognuna i nomi di tutti e sette (Bernat, Javi, José, Rafel, Salva, Sifre e Voro), il logo di un simpaticissimo bicigrino stilizzato, e la scritta “Xacobeo 2010”.

A una ventina di chilometri dalla partenza di oggi (Astorga), una breve sosta a Rabanal del Camino
alla Posada de Gaspar
per una fugace colazione e qualche provvista d'acqua e cibo.

Mi sono temporaneamente staccato dal gruppo, e negli ultimi 10 km di sterrato prima della Cruz de Hierro, ritrovo Yuri e Vera, conosciuti ieri sera in ristorante; sono russi ma abitano da anni a Madrid. Sono fermi perché lei ha perso dei pezzi del freno anteriore destro. Mi fermo anch'io per prestare aiuto e dopo pochi minuti Vera ritrova miracolosamente i 4 piccoli pezzi metallici mimetizzati in mezzo alla ghiaia.

La Cruz de Hierro, nei pressi di Foncebadon.
La sosta ai piedi della Cruz de Hierro è stato un momento indescri­vibile. Fra l'altro inter­rotto bruscamente dall'arrivo in velocità (in leggera salita) di un anziano bicigrino spagnolo con carrello e nube di polvere. Sul carrello spicca un pannello di copertura che riporta 13 flechas amarillas e sotto ognuna gli anni dal 1998 al 2010: sta facendo il Camino per la tredicesima volta(!) e quando ripartiamo, quasi insieme, mi semina dopo pochi minuti su una lunghissima discesa da brivido(!!) Lo ritrovo l'indomani in una trattoria. Per quanto mi riguarda, ogni volta che la strada o il sentiero diventano veloci, tengo un'andatura abbondantemente entro i limiti del rischio, memore della frattura alla clavicola dell'anno scorso... Non voglio rovinare tutto per una stupida caduta.
 
Il carrello di un bicigrino molto tenace.


Villafranca del Bierzo.
In primo piano, il rio Burbia.
Sullo sfondo, la Colegiata de Santa Maria de Villafranca del Bierzo.
Oggi “Junior” (Sifre) è stato molto male per via della tendinite al ginocchio sinistro e quindi ci siamo fatti compagnia nelle retrovie del gruppo.


Io spesso, non solo oggi, tendo a stare indietro perché me la prendo comoda e non so resistere all'impulso di fotografare tutto ciò che mi incuriosisce; fra l'altro ho nelle gambe 300 km in più di loro, e la stanchezza inizia a farsi sentire.


Dopo una compressa del mio Toradol, ricorre comunque alle cure della guardia medica che gli pratica una iniezione di cortisone.


La forza di volontà e il supporto del gruppo lo aiuteranno ad arrivare a destinazione quando ormai disperava per il dolore insopportabile. Anche io sono un po' malmesso: oltre al forte dolore al fondoschiena, non ho più forza nelle gambe.


Comunque il tempo risolve tutto e finalmente arriviamo a Villafranca del Bierzo.


L'Albergue Municipal è un fatiscente caseggiato, probabilmente una ex scuola.

Bagni distrutti, pulizia molto discutibile, una dozzina di materassi per terra per ogni aula, sulle cui porte spiccano ironici fogli con i nomi degli hotel più famosi; noi alloggiamo al Palace Hotel!

Villafranca del Bierzo. A sinistra: "Cartelli indicatori turistici" presso l'Albergue Municipal. A destra: l'ingresso del nostro Hotel !
Dopo la sistemazione di bici e bagagli, disertiamo le docce e ci dirigiamo al fiume. Luogo ameno frequentatissimo fino a tarda sera da adulti e bambini che sguazzano in un tratto reso sicuro da particolari sbar­ramenti e lavo­razioni del fon­dale che non va oltre il metro e mezzo. Siamo quasi al tramon­to a quota 500 slm e l'acqua del rio Burbia è ghiacciata ma dopo la prima sferzata rivitaliz­zante ci abituia­mo rapidamente alla temperatura e facciamo un bagno indimenticabile in acque così cristalline che difficil­mente si trovano nel­le più belle piscine.

Per evitare le docce impraticabili dell'albergue mucipal, tutti alla piscina ricavata nel fiume Burbia per un bagno ghiacciato !
Stasera sono tal­mente stanco che avrei voglia di buttar­mi sul materasso e dormire senza cena, ma biso­gna assolu­tamente mangiare qualcosa per produr­re le ener­gie per do­mani; ci aspetta il grande spaurac­chio: O Ce­breiro!