... Prima ...

Un pellegrino Nuorese
a Santiago de Compostela
840 chilometri in bicicletta in solitaria ...o quasi.
DIARIO DI VIAGGIO



Come è nata l'idea? Così. Per caso. Un giorno il mio socio Adriano sta parlando del suocero, “Ziu Antoni”, del fatto che diverse volte si è recato a Lourdes come accompagnatore volontario per gli infermi, e che sta meditando un prossimo pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Anche Adriano dice che avrebbe piacere di fare la stessa esperienza, e la cosa un po' mi incuriosisce, un po' mi intriga, ma subito mi rendo conto che non è praticabile per cause logistiche: 800 chilometri a piedi richiedono non meno di un mese, e l'idea cade presto nel dimenticatoio. Apparentemente.

Alcuni mesi dopo, non so dire come, forse sentendone parlare, forse dalla tv o da internet, Santiago de Compostela torna a fare capolino nella mia testa. Questa volta sono io a sbirciare su internet e scopro un mondo sconosciuto. Milioni di pellegrini che richiamati dal Santo, affrontano un viaggio che ha per meta una piazza: Praza do Obradoiro. Durante gli anni giubilari, (Año Xacobeo, gli anni in cui il 25 luglio, San Giacomo, cade di Domenica) passando attraverso la Porta Santa della Cattedrale di Santiago e professando i Sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia, si ottiene l'indulgenza plenaria. Ma soprattutto scopro che il Cammino può essere fatto non solo a piedi ma anche a cavallo o, soprattutto, in bicicletta. Ora la cosa mi tocca da vicino! Mi documento maggiormente e acquisto un piccolo libricino: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela in bicicletta” che prevede una pedalata organizzata in 15 tappe con una media di una sessantina di chilometri giornalieri. Faccio un po' di conti con le mie forze e concludo che per me il tempo necessario per il Cammino in bici è di circa dodici giorni, più quelli per il trasferimento di andata e ritorno: due settimane e spiccioli. È fattibile!

Da quel momento è probabilmente iniziato il mio Camino.


Croce di Santiago

La passione per la bici ce l'ho; un po' di gambe, pure; il mezzo a disposizione non è proprio dei migliori, ma... A settembre dello stesso anno (2008) arriva una nuova bici. Senza pretese eccessive: deve essere leggera, robusta, con un buon cambio: in una parola, affidabile. E comunque, mountain bike.

Il mio libricino prevede prevalentemente sterrato con qualche diversivo su asfalto. Ma dice anche (come pure lo dice internet) che lo si può fare anche tutto su asfalto, e io, che ho pochissima esperienza di “fuori strada”, faccio mia la variante. Ogni occasione è buona per tenermi allenato: dalle uscite a Orosei e altri paesi del circondario di Nuoro, alle semplici “commissioni” giornaliere in città. E siccome sulla carta (del libro) ci sono gli abbozzi dei grafici altimetrici (con pochi numeri) cerco di fare percorsi che secondo me sono di sovraccarico e cioè con pendenze fra il 5 e il 9%. Si avvicina il giorno della partenza, e circa due settimane prima del fatidico 2 agosto 2009, giorno dell'imbarco prenotato per Genova, sono tranquillo; con i miei 600 km fatti nell'ultimo mese, la fatica non mi farà sorprese. Gli errori di valutazione li scoprirò da solo, sul campo! Anzi VERSO il “Campo delle Stelle”. Ma solo un anno dopo!

Il 17 luglio 2009 infatti, durante una banalissima pedalata serale in città, altrettanto banalmente cado. E sento un rumore secco: un “crak” che proviene dalla mia clavicola sinistra che si rompe in modo abbastanza brutto. Non patisco dolori, ne' sul momento ne' durante la convalescenza di tre mesi con un tutore sul busto. Ma pochi istanti dopo la caduta, realizzo che Santiago non è d'accordo con le mie intenzioni di fare il Cammino assolutamente quest'anno perché il prossimo sarà Anno Giubilare e troverò molto affollamento. Un rapido pensiero fatalista e ottimista al tempo stesso mi dice che il Santo mi vuole lì proprio nel suo anno: il 2010.


2010

Sono pronto, o presunto tale. E durante l'ultimo mese, ogni giorno che mi separa dal 25 luglio (è stato casuale; solo dopo il ritorno mi hanno fatto notare che sono partito da Nuoro il giorno di San Giacomo!) lo vivo con la massima attenzione alla mia persona, nel timore di un nuovo infortunio all'ultimo momento.

Ormai ci siamo. Mancano pochi giorni. Ho già modificato il portapacchi posteriore della bici per accogliere non le classiche borse ma un più pratico zaino impermeabile (e pesante) con spallacci, da indossare durante le visite alle città. Ho anche rinforzato la borsina montata sul manubrio. E ho fatto qualche uscita di prova (ahimè, breve) a pieno carico: 14 kg di zaino + 3 di borsina + 2 di acqua. Il biglietto per la nave e i documenti sono a posto. E anche qualche soldo, una carta di credito e una bancomat. Ho fatto anche le prove di smontaggio della bici per caricarla sulla Matiz Van aziendale (già messa a punto per i 2500 km di andata e ritorno del trasferimento) che da Nuoro mi porterà a Sain-Jean-Pied-de-Port, ai piedi del versante francese dei Pirenei Settentrionali, punto di inizio della pedalata di quello che è a tutti noto come il “Camino Françes”. É tutto controllato e a posto. Sono pronto.


- - 25 luglio 2010 - domenica - San Giacomo

Partenza da Olbia in ritardo di un'ora. Ma ormai sono sereno e in cuor mio so che andrà tutto bene, come in effetti più o meno è stato. La sensazione mi viene anche da un piccolo particolare: All'uscita di Nuoro, direzione Portotorres, senza un motivo particolare, mi fermo e controllo il biglietto della nave. Andata: Olbia-Genova. Ritorno: Genova-Portotorres. Se non avessi controllato, sarei andato a Portotorres perdendo il traghetto e tutto il resto. Niente mi ha impedito di pensare che da “lassù” sia arrivata una vocina al momento giusto...
Tutto quel che serve per 2 settimane di pedalata.



- - 26 luglio 2010 - lunedì

Sbarco a Genova alle 8:30 in perfetto orario e inizio la lunga tappa di trasferimento in auto di circa 1170 km per arrivo previsto a Sain-Jean-Pied-de-Port intorno alle 8 di sera. In realtà sono arrivato verso le 9 e mezza. Durante il tragitto ho avuto modo di scoprire con disappunto, che in Francia la benzina è un po' più cara che qui in Italia. In compenso le autostrade sono belle come me le ricordavo da una ventina di anni fa. C'è solo una cosa in più: telecamere antivelocità ogni pochi chilometri. Vedo che tutti gli autisti rispettano i limiti; immagino che le sanzioni non siano lievi. Fortunatamente ho anche un buon navigatore per auto GPS ASUS R700T con le mappe dettagliate di tutta Europa, che mi avvisa per tempo quando sono in prossimità di un controllo. Comunque è solo una sicurezza in più: infatti credo di non aver mai superato i limiti di velocità in tutto il viaggio, effettuando anche alcune soste per rifocillarmi e riposarmi.

Durante questa esperienza ho avuto modo di imparare a vedere le cose da punti di vista diversi da quelli abituali. Così all'arrivo a Sain-Jean-Pied-de-Port (come detto in forte ritardo sul previsto) non trovo alloggio per la notte, ma questo fatto, obbligandomi a girare un po' per il paese, anziché costituire un impiccio, mi fa fare il mio primo incontro con altri tre pellegrini ciclisti spagnoli (inizialmente scambiati per italiani) con i quali faccio subito amicizia e che con un giro di telefonate riescono a trovare un alloggio per tutti e quattro un po' fuori Saint Jean: per la precisione a Hunnto, sul “Camino”, a 4 km da Saint Jean, in una casa rurale dove con la non proprio modica somma di 32 euro a persona ci danno cena, letto e colazione. E dove, importantissimo per me, mi lasciano parcheggiare la Matiz fino al ritorno (comunque al ritiro, compenso volontariamente il disturbo con un biglietto blu, molto apprezzato dalla signora).

La notte qualcuno dei tre spagnoli “ronca” (forse anch'io) ma mi metto i tappi per le orecchie e dormo.

9 commenti:

  1. ciao, vorrei sapere se è molto faticoso.

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    1. Non è certo una passeggiata, ma la fatica è l'aspetto meno significativo.

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  2. Scusami, io invece vorrei sapere se è possibile effettuare il cammino con una bici corsaiola trasformata con gomme particolari è sufficiente e se le 2 sacche classiche sono sufficienti.

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  3. Vorrei chiederti se con la bici da corasa con cerchie gomme scolpite il tragitto anche nel fuoristrada è possibile.
    Accetto anche qualsiasi altra informazione. Io penso di fare il cammino francese il prossimo Agosto. Ciao
    Villiam

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    1. Ciao Villiam, e Villiam2,
      visti i due commenti della stessa ora e dallo stesso account, immagino siate due amici intenzionati ad avviarvi insieme sulla Via del Santo, e che entrambi siate appassionati di BDC.
      Come scritto nel capitolo "Informazioni Utili" alla voce "La bici" è possibile calcare la Via anche con una bici da corsa (BDC) tenendo presente che in questo caso è preferibile prediligere l'asfalto; l'unico possibile scostamento dovrà necessariamente limitarsi a piste sterrate (frequenti), ma comunque non veri sentieri sconnessi sui quali è indispensabile poter contare sulla robustezza di telaio, cerchi, gomme appositamente concepiti.
      Tieni inoltre presente che senza ammortizzatore sulla forcella anteriore, ogni sobbalzo e asperità del terreno si trasmette al telaio del mezzo e soprattutto alle articolazioni delle braccia e mani del "pilota" mettendo il tutto a dura prova e con alte probabilità di generare lesioni.
      Il fatto di modificare le ruote è vincolato alla larghezza della forcella e al sistema frenante, e comunque darebbe vita ad un mezzo locomotore sbilanciato dal punto di vista tecnico e prestazionale, comportando inoltre delle spese aggiuntive.
      Non dimenticare poi, che percorrere tracciati impervi richiede un cambio totalmente diverso da quello di una BDC.
      Infine, ma non per questo trascurabile, il discorso bagaglio: montando un supporto per borse o altro tipo di bagaglio su una BDC si finisce per indebolirne la struttura, e del resto è assolutamente impensabile l'idea di viaggiare in bici con zaino in spalla.
      Ergo: sono tantissimi i Pellegrini che affrontano il Cammino con la BDC, su asfalto, e servendosi per il bagaglio, o di un mezzo di appoggio, o di appositi servizi taxi visibili sulle locandine "Se llevan mucillas" (±... "si trasportano valigie"...). E' senz'altro la miglior soluzione se vuoi affrontare il Cammino con i mezzi di cui disponi al momento, senza variazioni di sorta e aggravi finanziari.
      Altrimenti... MTB su sentiero integrale! e con bagaglio al seguito. Sarà senz'altro un'esperienza più... vera!
      Se non disponi di una MTB e vorresti contenere i costi, considera la possibilità di noleggiarne una in Italia o sul posto, oppure acquistare un usato dal tuo fornitore di fiducia spiegandogli prima che uso dovrai farne: saprà consigliarti al meglio.
      Tienici aggiornati. Le idee e l'esperienza di ognuno, sono utili a tutti!
      ¡Ultreya!

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  4. Ciao, sai darmi l'indirizzo della casa rurale ad Hunnto così da avere un appoggio all'arrivo dopo il lungo viaggio in auto (da roma) da poter lasciarla lì come hai fatto te? grazie

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    1. Ciao Anonimo,
      non avendo conservato il depliant sono risalito dal "sello" sulla "Credential".

      Quartier Huntto
      64220 SAINT-MICHEL
      Tel : + 33 5 59 37 11 17
      e-mail : jeanne.ourtiague@orange.fr
      http://www.sejour-pays-basque.fr/fr/accueil
      http://www.tourisme-aquitaine.fr/en/staying-over/shared-lodgings/pyrenees-atlantiques/saint-michel/gite-d-etape-ourtiague.html

      Al ritorno invece ho pernottato presso un'altra "Gite d'etape" gestita dalla moglie del taxista che mi ha accompagnato dalla stazione ferroviaria di Saint Jean fino a Huntto per ritirare la macchina. E' una bellissima antica masseria completamente riammodernata e molto confortevole anche con possibilità di cenare con un piccolo supplemento, o di usare la cucina (come ho fatto io che avevo una voglia matta di pastasciutta e dopo aver comprato il necessario in città, me la sono cucinata).
      Dalla veranda della cucina-pranzo si gode un bellissimo panorama della vallata sottostante (v. alcune foto presenti sul mio spazio ftp).
      L'indirizzo così come figura sul loro biglietto da visita è:
      ZAZPIAK BAT
      Gite d'etape séjour
      www.gite-zazpiak-bat.com
      tel: 06-75-78-36-23 / 05-59-49-10-17 (ovviamente preceduti dal prefisso internazionale per la Francia)
      13bis, Route du Maréchal Harispe - 64220 St-Jean-Pied-de-Port
      ¡Ultreya!

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  5. ciao
    ho letto con molta attenzione ed interesse
    puoi darmi qualche informazione se ci sono difficolta per il ricovero di 2 ebike e la possibilità di ricarica
    soprattutto a saint jean?
    grazie

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    1. Ciao Mario,
      manco dal Camino da 9 anni e potrebbero essere cambiate (spero in meglio) tante cose.
      Anche se nel 2010 non ho visto e-bike, immagino che attualmente siate in molti a fruirne, e pertanto credo che gli albergue non facciano difficoltà ne' per la custodia, ne' per la ricarica.
      Occhio però, perché le mie supposizioni riguardano gli albergue privati, non le strutture pubbliche e religiose.
      Comunque un'accorata raccomandazione: fermati solo in strutture che ti garantiscano la custodia al chiuso, e magari con possibilità di catena aggiuntiva: un'e-bike fa sempre gola a tanti, e putroppo i furti di bici ci sono anche su un Cammino sacro.
      Se hai già pianificato delle tappe ti consiglio di consultare su internet quali sono le strutture private, magari anche visionandole su Google Street View, e contattarle per non avere sorprese all'ultimo momento.
      Avrei da darti alcune dritte, ma sono in attesa di autorizzazione alla pubblicazione dei link da parte dei siti interessati. Nel frattempo, puoi scrivermi in privato e te li comunico; poi quando avrò i consensi li pubblicherò a beneficio di altri lettori. In particolare ne ho trovati due da comparare tra loro perché uno è corredato anche di altimetria e l'altro di periodi di apertura nell'anno.
      Un'ultima considerazione: se usi l'e-bike da un po', saprai che se resti a metà strada... magari in salita... senza batteria, hai molto più peso rispetto a una bici muscolare. Valuta la scelta.
      Fammi sapere, e già da ora...
      "Buen Camino!"
      e...
      ¡ ULTREYA !

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