7° - Villalcazar de Sirga - Mansilla de las Mulas





7°giorno
02.08.10 lun
Da Villalcazar de Sirga
a Mansilla de las Mulas

distanza km
ascesa tot. m
tempo pedalata
vel. media
difficoltà
tappa
81,9
531
04:30
17,39
1 su 5
progressivo
481,8
7.903
37:36
13,06
Note
Tappa di tutto riposo, praticamente turistica, che nelle previsioni si concluderebbe in zona León, se non fosse per l'imprevisto tecnico occorso a Sahagun. La tappa si è snodata su una distanza di circa 80 chilometri con differenze di altimetria inferiori ai 100 metri. Ma a parte i dati tecnici, è stata una tappa significativa dal punto di vista degli incontri. Un gruppo di 7 bicigrinos Valenciani conosciuti proprio a Sahagun.





Partenza alle 8 in punto. Dopo 6 km, mi aspetta un'ottima colazione a Carrion de los Condes, in un bar dove un anziano pellegrino fissa a modo suo i ricordi sulla carta: guardandosi attorno con guizzanti sguardi seri ed accigliati produce rapidamente su un quaderno numerosi disegni a penna biro che hanno un qualcosa di inquietante per lo stile che è un mix di cubista, surrealista e naif. Non mi azzardo a sbirciare da vicino, perché un astante che ci ha provato è stato fulminato con un'occhiata affilata.

Fra Carrion de Los Condes e Calzadilla de La Cueza, sull'antica Via Aquitana.
Fatto il pieno di energia, metto nella borsina il solito boccadillo per metà mattina e riavvio le ruote calcando per una dozzina di km, fino a Calzadilla de la Cueza, l'antica Via Aquitana. Direzione Ledigos e poi Sahagun e oltre.

I resti dei muri di fango, relativamente recenti, di Calzadilla de La Cueza.
A Calzadilla de la Cueza, pueblo costruito con mattoni di fango e paglia, incontro una bicigrina francese che si è fermata per controllare il percorso. Poiché io e il francese siamo incompatibili, e lei non parla italiano, scambiamo poche battute in quella lingua che è una specie di esperanto del pellegrino fatta di spagnolo, francese, inglese e ovviamente italiano, che nel tempo sembra svilupparsi lungo il Camino de Santiago. Mi consiglia di dotarmi alla prima occasione, di un coprisella in gel siliconico per combattere i dolori al trasero. Poi va.
In queste lande fertili ma desolate si fa sentire forte
il rimpianto della frescura dei boschi pirenaici.

E proprio per alleviare la calura opprimente che incombe sui
pellegrini,
in qualche tratto dove il Camino costeggia la carrettera
le amministrazioni locali hanno cominciato a piantumare il ciglio
del sentiero,
con alberi che entro pochi anni inizieranno a offrire
un po' di refrigerio
agli accaldati pellegrini del periodo estivo.
Io mi trattengo ancora qualche minuto, e mentre a mia volta controllo il percorso, arriva e si ferma un'auto medica della Croce Rossa locale. Vedendomi in sosta, i sanitari hanno pensato che avessi bisogno di cure mediche.

Uno dei due parla discretamente l'italiano e lo rassicuro, ma visto che ci sono, mi faccio applicare un bendaggio con antinfiammatorio sul ginocchio sinistro che da stamattina mi sta dando un po' fastidio.

Mentre agiscono, mi spiegano che fanno la spola continua in questo "tramo" di strada fra Carrion de los Condes e Sahagun perché lungo il percorso non ci sono punti fissi di assistenza medica al pellegrino.

Chiedo un rimedio per i dolori al fondoschiena ma mi “rassicurano” a loro volta prontamente: passeranno a breve, all'arrivo a Santiago...

Sahagun. La Puerta de Sahagun.
Arrivato a Sahagun, passo in far­macia per acquistare una rodillera per il ginocchio sinistro e una po­mata antinfiammatoria, poi all'offici­na di biciclette per il coprisella. Infi­ne uno spuntino rapido seguito da qualche appunto di viaggio e un ri­posino sull'erba in un piccolo giardi­no pubblico adiacente alla Puerta de Sahagun. Ho anche applicato una fantastica crema solare protet­tiva sulle cosce e sugli avambracci che grazie al sole della Meseta stavano iniziando ad assumere un colore bruno violaceo...

È ora di ripartire, anche perché il cielo si fa minaccioso e il meteo per la zona, già da stamattina non pro­metteva niente di buono. Cercherò di arrivare a Puente Villarente. Vado. Si, ma dove, vado!? C'erano tutti i presupposti per arrivare a Puente Villarente in tempo più che utile ma poi l'incidente di per­corso è arrivato all'ingresso di Sahagun: e me ne accor­go solo adesso. Una pincha­da da vetro che durante la pausa spuntino mi ha man­dato a terra la ruota anterio­re; ma del resto una foratura è proprio il minimo, e poi, capita a tutti (per me è stata l'unica di tutto il Camino). Dieci o quindici minuti, si cambia la camera d'aria e si può ripartire, no?...No!

Nelle mie ruote, prima di iniziare il viaggio ho fatto montare delle fasce in kevlar antiforatura per le spine. Poiché non ho assistito al montag­gio, ora, smontando, non saprei come rimontarle. Pazienza, torno al­l'officina di biciclette, faccio fare la sostituzione e assisto, così se rica­pita so come si fa. C'è solo un problema: sono le 14 e l'officina riapre alle 17:30. Non mi resta che attendere. Che iella! Ma chi l'ha detto? Capita che a volte il destino ci venga a trovare sotto mentite spoglie. In questo caso ho atteso la riapertu­ra dell'offi­cina in compa­gnia di un gruppo di sette bi­cigrinos valencia­ni partiti da Bur­gos (anche loro in attesa per manu­tenzioni) con i quali è stato facile fare amici­zia e arrivare insieme fino a Santiago!

Sosta a Mansilla de Las Mulas con i nuovi amici Valenciani.
La prima sosta con i nuovi compagni di viaggio è il pernottamento a Mansilla de las Mulas. In fondo è andata quasi come nelle previsioni: sono solo 5 km prima di Villarente. Con un bonus in più di 7 nuovi amici! Per domani, spero, Murias de Rechivaldo (poco dopo Astorga).