Informazioni utili

In questa sezione riporto alcune impressioni ma soprattutto informazioni utili al pellegrino e al bicigrino.






Perché
Parliamoci chiaro: non è una vacanza; è un pellegrinaggio. Un viaggio di fede. Per qualcuno potrà anche essere un viaggio di piacere, magari per altri un modo di misurarsi con se stessi, o una ricerca di risposte al perché milioni di persone dagli angoli più remoti del mondo, da tempi immemori e bui, per un periodo variabile in virtù delle proprie capacità o disponibilità abbandonano la quotidianità delle proprie abitudini e della propria casa per affrontare un impegno gravoso in termini fisici ed economici. Ma nasce comunque come un pellegrinaggio.

Per chi
Il Camino de Santiago non prevede requisiti particolari ai suoi frequentatori. Chiunque, con qualsiasi convinzione laica o religiosa, di qualsiasi fede, etnia, ceto sociale, età, può decidere di calcare le orme di quanti prima di lui hanno posto lo sguardo a ovest, verso una meta un tempo ai limiti delle terre conosciute. Perché a ovest? Perché il cosiddetto Camino Frances, senz'altro il più noto e il più frequentato, parte dalle basse pendici francesi dei Pirenei settentrionali e procedendo appunto verso ovest arriva a Santiago de Compostela, a soli 90 chilometri dalla costa atlantica occidentale della Spagna, per poi proseguire facoltativamente fino a Finisterre, località il cui nome è abbastanza eloquente.
Bisogna comunque ricordare che il Camino Frances, nelle sue piccole quanto numerose varianti di percorso si snoda per circa 800 chilometri che, come da tradizione, si percorrono con le sole proprie forze fisiche su un tracciato a tratti pianeggiante e facile su asfalto o sterrato rullato, a tratti su sentieri, mulattiere, boschi, altipiani arsi e assolati, in un alternarsi di pioggia, calura e vento in tutti i periodi dell'anno. É pertanto necessario un minimo di preparazione, non dico atletica ma almeno fisica di base per affrontare con una certa continuità sforzi altrimenti inusuali; pena vesciche, tendiniti e indolenzimenti che possono nei casi peggiori determinare l'abbandono dell'impresa.

Il tempo necessario
Apparirà subito chiaro che coprire una distanza del genere richiede tempo. Quando camminiamo agevolmente e confortevolmente in città teniamo un'andatura media fra i 4 e i 5 chilometri orari e solitamente lo sforzo non si protrae per più di 30-40 minuti a cui seguono spesso diverse ore di riposo.
Il Camino de Santiago richiede più o meno la stessa andatura ma per diverse ore giornaliere e per diversi giorni. E con la zavorra del bagaglio.
In poche parole, senza fare conti astrusi, la durata media, e sottolineo media, del viaggio per i camminanti affardellati è di 20-25 chilometri al giorno per un totale di oltre un mese di marcia continua al ritmo di 6-8 ore giornaliere escluse le pause per pasti, riposini, visite a borghi medioevali, santuari e monumenti.
Per i bicigrinos (pellegrini in bicicletta), a seconda del mezzo utilizzato, della preparazione e capacità fisiche, del tipo di tracciato (ad esempio con una bici da corsa, la scelta sarà praticamente obbligata: solo asfalto), il tempo necessario a coprire l'intera distanza varia mediamente fra i 9 e i 17 giorni, che tipicamente diventano 12 per possibilità e mezzi sui valori medi.
Non tutti però dispongono a piacimento del proprio tempo. Spesso gli obblighi lavorativi impongono scelte di compromesso. E così si è diffusa nel tempo la possibilità di effettuare il Camino in più sessioni, magari durante le vacanze estive. I camminanti usano suddividere il viaggio in due o tre tappe annuali di dieci o quindici giorni che di solito vedono come punti nodali le città di Pamplona, Burgos e Leon.
Per un ciclista mediamente allenato, il problema non sussiste, salvo che il tempo a disposizione non sia veramente limitato. E a proposito del tipo di allenamento, la cosa più importante è la continuità, con almeno un mese di “uscite” quotidiane di una cinquantina di chilometri per i ciclisti e di una dozzina di chilometri per i camminanti, su tracciati misti, anche con pioggia, subito prima dell'inizio del ”Cammino”.

Quando
Molto probabilmente il momento della partenza sarà preceduto da un periodo più o meno lungo di valutazioni intenzionali e possibilistiche. Ne consegue che il periodo più probabile per affrontare l'impegno, per un comune mortale, sia esso studente che lavoratore dipendente o medio imprenditore o professionista, sarà quello delle vacanze estive. E in effetti il maggior flusso di pellegrini sul Camino è proprio nei mesi di luglio e agosto. Anche per il “quando”, il problema non sussiste per chi ha già raggiunto l'età per godersi la pensione e la bellezza della calma e tranquillità dell'andare. La stessa cosa dicasi per chi purtroppo, suo malgrado non ha la preoccupazione del lavoro o chi potendo, decide di concedersi un periodo sabbatico.

Il meteo
Si tenga presente che nelle zone attraversate, il tempo meteorologicamente parlando, riserva frequentemente sorprese inattese per la stagione.
Innanzitutto il percorso si snoda nella Spagna settentrionale, risentendo così dell'influsso freddo dell'Oceano Atlantico. Attraversa l'altopiano della Meseta Central e parte della Cordillera Cantabrica con una altitudine media di 800 metri e numerosi picchi oltre i 1000 metri fino ai 1300 dell'Alto do Cebreiro e ancora prima i 1400 del Collado de Lepoeder al valico dei Pirenei, per arrivare a quasi 1500 metri alla Cruz de Hierro nei pressi di Foncebadon. In agosto, al mattino, non è raro avviarsi con temperature fra i 5 e i 9 gradi. Per contro, sempre in estate, specie nella regione di “Castilla y Leon”, l'occhio spazia in tutte le direzioni senza scorgere un albero. Capita così di incontrare un pellegrino che si riposa alla cortissima ombra di un cartello indicatore turistico.
Il pellegrino comunque non conosce stagioni, e batte il sentiero anche in pieno inverno affondando gli scarponi nella neve.
Personalmente, nel corso del mio viaggio durante l'ultima settimana di luglio e la prima di agosto, ho trovato un tempo splendido riuscendo per i due giorni peggiori consecutivi a lasciarmi i temporali alle spalle per pochi chilometri, ma comunque battendo i denti la mattina presto e ustionandomi gambe e braccia nelle ore più calde nonostante fossi partito da casa già discretamente abbronzato.

Con chi
Oggi è auspicabile, con le possibilità offerte da internet, documentarci prima di affrontare un impegno che anche se non trascendentale è comunque inusuale e richiede informazioni per essere vissuto al meglio. Si avrà così la possibilità di fare nostre, le esperienze già vissute da altri prima di noi e messe a disposizione di tutti per condividerne la gioia o per suggerire come evitare gli inconvenienti.
Capiterà così di sfogliare diari di comitive, gruppi più o meno omogenei, famigliole, coppie, e viaggiatori solitari; ognuno perorante la propria causa sull'andare accompagnati, o con se stessi.
In questo caso posso ovviamente esprimere solo la mia opinione. Premetto che abitualmente pedalo in solitaria. Il mio più grande desiderio sarebbe stato quello di accompagnarmi con la mia ragazza, che però, anche se saltuariamente mi accompagna in qualche breve escursione, non è una appassionata ciclista e che inoltre avrebbe avuto un periodo di ferie non coincidente con il mio. Un anno prima della partenza mi si è prospettata la possibilità di fare il viaggio in compagnia di un'altra persona e poi di due, comunque di breve conoscenza. Alla fine, anche se con un po' di preoccupazione della mia ragazza, ho optato per il viaggio in solitaria. Le motivazioni di questa scelta sono state essenzialmente due. La prima è che non intendevo avere vincoli di nessun genere con altri in merito alle scelte di tappe, soste, riposi, svaghi, luoghi di interesse, pasti, alloggi. Tutte cose che si concordano spesso tacitamente solo con una compagnia di vecchia data o comunque fortemente affiatata. La seconda motivazione era di tipo psicologico: essendo abituato prevalentemente alle uscite in solitaria, non ho un buon senso della mia misura nei confronti degli altri. Anche se poi così non è stato, nei cinque giorni in compagnia dei Valenciani c'era quindi il timore di non essere abbastanza allenato e rischiare di “frenare” l'andatura del gruppo, fra l'altro più giovane di me di una ventina d'anni.

Gli altri
Solitaria non significa solitudine. Quale che sia l'opzione di gruppo o individuale, non ci si annoierà di certo e non mancherà mai la solidarietà: “gli altri” sono lì, a centinaia; nei due mesi clou a migliaia ogni giorno, a piedi, in bici, a cavallo, magari anche tuoi conterranei. Ed è piacevole chiacchierare riempiendo la borraccia alla fonte, o pedalando insieme fino alla prima deviazione, per poi ritrovarsi col piacere dell'inaspettato, magari la sera nello stesso albergue o a cena nella stessa taverna o l'indomani, o magari proprio a Santiago, in Cattedrale o in Praza de Obradoiro. Non si è mai soli sul Camino de Santiago, neanche se “gli altri” sono di Paesi esotici.

La lingua
E già. I pellegrini sul Cammino di Santiago convergono da tutto il mondo. Ma in opposizione alle scritture bibliche di Babele, in cui i vanitosi costruttori sfidavano il Signore cercando di raggiungerlo con la loro torre e venivano fermati confondendo i loro idiomi, sul Camino de Santiago si parla ovviamente lo spagnolo, ma sia i peregrinos che gli hospitaleros e qualsiasi altro interlocutore occasionale, fanno di tutto per metterci a nostro agio cercando in ogni modo di adattarsi a quella che come una specie di Esperanto, si è pian piano sviluppata ed è diventata la lingua del Camino con cui tutti in qualche modo riescono a intendersi. Un piccolo dizionarietto comunque non è poi così pesante da mettere nello zaino.

I preparativi
Una volta presa la decisione, ci si può già considerare obbligati moralmente se non altro con noi stessi per partire. Ho già detto dell'allenamento, della scelta del periodo, della compagnia. É ora di iniziare a organizzare i preparativi. Per chi come me rientra in quella famosa cerchia dei già citati comuni mortali, sarà innanzitutto necessario prevedere un budget di spesa. L'impegno economico sarà più leggero se nei mesi precedenti si destinerà una quota al “salvadanaio pro Santiago”. Posso solo riferirvi alcuni costi di riferimento, ma poi ognuno potrà trovarsi a spendere un po' meno o molto di più a seconda del proprio stile di vita. Ci sono anche casi limite: c'è chi è partito da solo senza un soldo anche per terre più lontane (per Gerusalemme) contando solo sulla carità altrui.
Per la parte tecnica non c'è granché da dire quanto piuttosto da fare: allenamento tutti i giorni anche in condizioni difficili e comunque con carichi; per i ciclisti almeno 500 chilometri nel mese prima della partenza.
Visita medica cardiologica possibilmente anche sotto sforzo (poche decine di euro, ma si è più tranquilli).
Prenotazione biglietti e verifica di validità dei documenti.

La spesa
A seconda del tipo di avvicinamento previsto (auto, treno, nave, aereo, con bici al seguito, oppure spedita fino al punto di inizio pedalata, oppure ancora da noleggiare sul posto) sarà bene iniziare per tempo una pianificazione, se non altro per evitare di restare all'ultimo momento senza biglietti, ma anche per beneficiare delle tariffe low-cost per prenotazioni ponderate. Mettere in conto anche tutte le altre spese inerenti la logistica, eventuali pedaggi autostradali, carburanti, e spese per il ritorno.
Nel mio caso, partendo dalla Sardegna in auto (piccola), con bici smontata all'interno (sul tettuccio paga il supplemento), traghetto Sardegna-Genova, poi autostrada fino a Saint-Jean-Pied-de-Port, circa 1200 chilometri, e tutti i relativi ritorni, la logistica ha inciso per circa 140 euro di traghetto, 250 di benzina (da casa a casa), 100 di pedaggi autostradali. Si tratta di cifre approssimative ma molto vicine a quelle esatte. La prossima volta penso che sarà più conveniente spedire la bici con corriere espresso fino a Sain Jean e fare l'avvicinamento in aereo.
Per la spedizione della bici da Santiago a Nuoro ho speso 100 euro. Si occupa di tutto, imballaggio compreso, l'agenzia di spedizioni internazionali, e la consegna può essere addirittura pianificata per data e orario precisi. In realtà, specie al ritorno, si può risparmiare la spesa della spedizione con corriere espresso perché la bici può anche essere caricata sul pullman e poi sul treno come bagaglio al seguito con un piccolo sovrapprezzo. Il problema è che il pullman carica al massimo 4 bici e quindi, anche prenotando per tempo (ma non è consigliabile a causa degli imprevisti) resta il rischio di non poter caricare la bici al primo punto di coincidenza di linea. Andando in gruppo, si può noleggiare un furgone su cui caricare passeggeri e bici fino a Bayonne, ma a conti fatti non so se sia veramente conveniente.
La spesa per l'alloggio è senz'altro quella meno influente: mediamente fra 6 e 8 euro a notte negli albergue e fino a 10-14 euro negli hostal e case rurali; in alcuni albergue l'offerta è libera ma per correttezza non si dovrebbe offrire meno della cifra usuale.
La terza spesa imprescindibile riguarda ovviamente il vitto. Colazione sostanziosa: 8 euro, compreso boccadillo per metà mattinata, spuntini intermedi altri 8 euro, cena 12-15 euro. Per non subire gli effetti di una digestione impegnativa, è preferibile sostituire il pranzo con 2 o 3 piccoli spuntini debitamente intervallati. In una delle borracce si può anche diluire giornalmente una bustina di sali minerali magari con aminoacidi; aiutano il rapido reintegro. Nella Camelbag è preferibile introdurre solo acqua.
Le spese accessorie riguardano le visite ai musei, l'acquisto di souvenir, cartoline, telefonate, farmacia, batterie, piccole manutenzioni alla bici. In poche parole (anche se nelle intenzioni), non ho mai fatto un conto analitico, ma credo che da Nuoro a Nuoro la spesa si sia attestata intorno agli 800 euro senza rinunciare a niente.

La bici
Il “ferro” che ci accompagnerà è in funzione del tipo di tracciato a cui siamo abituati o che comunque decidiamo di affrontare. Si può fare il “tutto asfalto”, in questo caso pianificando attentamente il percorso per evitare di ritrovarsi su strade ad alta densità di traffico specie di mezzi pesanti; e in questo caso va più che bene la nostra abituale BDC. Questa scelta di viaggio è più orientata a chi ha velleità corsaiole e si può arrivare a destinazione in circa 9 giorni o anche meno. Una cyty bike magari monoammortizzata è più idonea per un percorso misto su fondo spianato poco impegnativo. L'ideale, specie per chi vuole vivere totalmente il viaggio permeandosi di tutto ciò che offrono i sentieri originali del vero Camino, è ovviamente la mountain bike.
In ogni caso suggerisco caldamente di usare bici in alluminio o carbonio; ho incontrato un pellegrino su una MB in acciaio: era disperato già al quinto giorno e meditava l'abbandono. Ogni grammo in più si somma agli altri fino a diventare chili che poi dobbiamo far avanzare in salita e su fondi sconnessi per centinaia di chilometri, giorno dopo giorno. Scordatevi bici cinesi, da centro commerciale o simili.

Accessori
Ogni accessorio, tecnico o meno, è ovviamente valutabile. Ne citerò solo alcuni.
Il coprisella in gel siliconico è assolutamente inutile: lo schiacciamento continuo e statico specie su asfalto senza variazioni di assetto, tende a bloccare la circolazione sui glutei e a provocare lo stesso dolore che procura la sella nuda; possiamo risparmiare 12 euro e circa un chilo di peso. Al suo posto, se proprio si desidera una seduta tecnologica è preferibile una sella ammortizzata e magari con regolazione di altezza comandata al manubrio, che aiuta a mantenere l'assetto ideale anche nei tratti "tecnici". La sella va scelta con la massima cura e non c'è bisogno di spiegare il perché; quindi è bene usare una sella già ampiamente collaudata dal proprio fondoschiena.
Un piccolo parafango in plastica (circa venti grammi) montato sul tubo obliquo risparmia gli schizzi in faccia nell'attraversamento di pozzanghere o nel guado di piccoli corsi d'acqua.
Per quanto possa apparire ridicolo o puerile, è invece indispensabile un avvisatore acustico montato sul manubrio; i più estrosi montano una tromba con pera di gomma, ma è sufficiente, e molto più discreto un semplice campanellino di quelli che fanno il semplice “ding”, per intenderci. Serve sui sentieri, battuti anche (anzi principalmente) dai camminanti per avvisarli per tempo e poter passar loro di lato. Non si dimentichi che fondamentalmente il sentiero è la loro strada e noi ciclisti, in qualche modo creiamo fastidio, quindi un “ding” di cortesia diventa d'obbligo.
I pedali: gli amanti della BDC non conoscono alternative: esiste solo il cosiddetto pedale “clac” con incastro sotto la scarpetta che aumenta il rendimento in salita consentendo di sfruttare anche la fase di risalita della gamba. Su percorsi misti e sentiero, penso che sia preferibile un pedale classico, con un buon grip sulla suola.
Scarpe: per BDC, come sopra. Per tutti gli altri, scarpe leggere, traspiranti e impermeabili, possibilmente con tomaia in goretex e con suola e struttura uso trekking; quando nei tratti impossibili si scende di sella, serve una buona aderenza per spingere in salita su fondo sconnesso.
Pneumatici: BDC: battistrada a scelta fissa con varianti su tipologia di camera, tubeless, tubolari o con camera d'aria. CB: battistrada per fondi misti. MB: ben tassellate con montaggio anteriore in trazione o in scorrimento a scelta (secondo me, meglio in scorrimento, che offre maggior aderenza nelle frenate in discesa su sterrato).
Messa a punto completa prima della partenza. Quella fatta dal mio meccanico e fornitore di fiducia Vanni Demurtas (Ciclo Moto Sport) è stata veramente completa.
Ognuno aggiunga accessori più o meno utili a proprio insindacabile giudizio, magari senza perdere di vista il fatto che il nostro mezzo di trasporto è a trazione umana e che l'unico limite al suo appesantimento è quel pericoloso mix di fantasia e scelleratezza che può spingere alcuni ad accessoriare il mezzo dimenticando chi poi dovrà calcare sui pedali.

Il bagaglio - preparare lo zaino per Santiago
La scelta e la preparazione dello zaino per il Camino de Santiago de Compostela non è una delle scelte più facili. Bici da corsa, city-bike, mountain-bike; occhio alle implicazioni. Sulla BDC e sulla MB biammortizzata risulta estremamente difficile (quando non impossibile) installare un portapacchi realmente affidabile. Tra­sportare il bagaglio con zaino a spalla è assolutamente impensabile.
L'installazione classica è quella adottabile su CB e MB monoammortizzata: coppia di borse laterali su asse posteriore. Si può integrare con una terza borsa centrale sempre sulla ruota posteriore ma solitamente quello spazio è riservato al sacco letto e/o alla tenda. Anche sul manubrio è utile alloggiare un piccola borsina da caricare con non più di un paio di chili, per avere sempre a portata di mano una mela, un panino, la fotocamera, i documenti (compresa la Credential), un libricino di riferimento e la dotazione medica di emergenza. Personalmente ho optato per una sistemazione che anche a viaggio concluso si è rivelata soddisfacente: ho modificato leggermente il portapacchi per collocarci un solo zaino impermeabile con spallacci, contenente tutto il necessario (tranne il contenuto della borsina) fissato con 2 cinghie autoserranti rapide in tessuto con fibbia a molla. Il vantaggio di questa sistemazione è che fermandomi per soste prolungate (visite a musei e monumenti e simili), stacco lo zaino e lo tengo comodamente a spalla. Le borse dispongono invece di una maniglia ma devono essere trasportate come una valigia classica e ingombrante. Inoltre lo zaino, trovandosi più in alto rispetto alle borse, non si bagna quando si guadano corsi d'acqua.
Sulla MB biammortizzata una soluzione per il bagaglio è rappresentata dal portapacchi fissato al cannotto della sella, ma non eccelle per stabilità e per resistenza se non con carichi ridotti. Su questo tipo di bici, per un viaggio come questo conviene optare per il rimorchio. Valutare.
Una precisazione, non da poco: in ogni albergue capita di vedere cartelli con la frase: “Se llevan mucillas”, ovvero, “Si trasportano zaini”. Si tratta di un servizio taxi che raccoglie un certo numero di zaini dei pellegrini e li trasporta alla destinazione prescelta, dove il pellegrino al suo arrivo si reca a ritirarli. Inizialmente ho ritenuto la cosa di cattivo gusto in quanto contribuisce a trasformare sempre più questo percorso in una rotta turistica. Ma pensandoci un po' ci si rende conto che malgrado le nobili intenzioni, non tutti i pellegrini hanno le possibilità fisiche per sobbarcarsi anche il bagaglio in condizioni spesso difficili, e questo servizio contribuisce invece a regalare a queste persone l'emozione di una prova probabilmente unica nella vita. Resto comunque del parere che se il fisico lo permette, non è ammissibile ricorrere a tali espedienti.

La dotazione
Sarebbe bene fare una sorta di inventario ideale di ciò che potrebbe essere utile durante il viaggio, inserendo nella lista tutto ciò che viene in mente. Non importa quando si inizierà a compilarla, se con anticipo di mesi o di minuti (meglio la prima ipotesi); quando si è certi che è ragionevolmente completa, si prende lo zaino (o le borse) e si tenta di riempire con il contenuto della lista. Infine si pesa; così si avrà un'idea più precisa di cosa deve restare a casa......!
Il mio bagaglio era così ripartito: zaino vuoto da 2 chili, 10 chili di contenuto, più due chili e mezzo sul manubrio fra borsina e contenuto. Due chili per il beveraggio. Non avevo la camelbag che comunque è molto pratica.
Si ma cosa mettere nello zaino? Darò alcune indicazioni che non rispecchiano il mio zaino ma quel che sarebbe stato secondo me l'ideale; comunque ci sono andato molto vicino. Una buona regola per non dimenticare niente d'importante può essere quella di simulare una immaginaria vestizione partendo dal basso.
Una lista efficace potrebbe essere quella che segue: (al maschile; le donne apporteranno le opportune varianti e/o aggiunte), tenendo presente che ogni sera c'è la possibilità di lavare il bucato a mano e spesso anche in lavatrice e in qualche caso anche asciugarlo in tamburo. Comunque in estate, stendendo la sera appena si arriva in albergue, la mattina prima di partire la biancheria è asciutta, anche perché i tessuti tecnici asciugano in fretta.
1 paio di scarpe alternative o sandali se si usano le scarpe clac;
1 paio di ciabattine leggere in plastica per la doccia (non è il caso di tornare a casa con una coltivazione di funghi sui piedi);
3 paia di calzini corti salvapiede (fantasmini);
1 paio di manicotti e un paio di gambaletti in tessuto tecnico (all'occorrenza riparano dal freddo mattutino e dal sole cocente e si sfilano o semisfilano facilmente);
2 culottes o salopettes da ciclista;
2 slip intimi;
1 slip da bagno (se gli slip intimi sono scuri e attillati, se ne può fare a meno), per il bagno nei fiumi, e se le forze lo consentono, a Finisterre.
2 maglie ciclista manica corta (secondo la stagione, più pesante e manica lunga);
1 maglia windstopper (solo per i mesi da settembre a marzo, perché è un peso non indifferente);
2 magliette intimo in tessuto tecnico;
1 pile (pesa poco, scalda molto, serve per il freddo intenso, e la notte, arrotolato fa da cuscino);
1 mantella da ciclista (quelle che quando indossate scendono oltre la sella, o in alternativa un k-way, magari completo di pantalone);
1 collarino in tessuto tecnico (pochi grammi);
1 sottocasco in tessuto tecnico, molto gradito col freddo della mattina;
1 mascherina facciale in tessuto tecnico (di prima mattina, in discesa, l'aria ghiaccia il viso);
1 casco da ciclista, del tipo ben aerato (obbligatorio);
1 asciugamano ospite in microfibra;
1 telo bagno piccolo in microfibra;
1 minisalvietta in microfibra (nel borsino);
1 rasoio + 1 schiuma da barba mini (in alternativa: sapone di Marsiglia);
1 kit da viaggio spazzolino + dentifricio (nel borsino);
1 spugna per doccia;
1 sapone di Marsiglia; se non si è allergici, è un ottimo detergente universale per: corpo, viso, barba, shampoo e bucato. Un solo oggetto per ridurre ulteriormente i pesi.
Sacco letto. A meno che non si viaggi in inverno o si intenda dormire spesso all'addiaccio o in tenda (un altro peso da trasportare), è preferibile evitare quelli del tipo “mummia” e optare per un sacco completamente apribile, di quelli che si trasformano in coperta; questo perché gli albergue di solito forniscono branda, materasso e a volte il cuscino, ma non lenzuola e federe. Se fa molto caldo il sacco a coperta può fungere da lenzuolo coprendo buona parte del materasso e consentendo di restare scoperti. La federa per rivestire il cuscino per motivi igienici, oppure in assenza di cuscino, per contenere il pile arrotolato che ne farà le veci.
A seconda del periodo: spray corpo antizanzare; crema solare protezione 50 a meno che non si sia già ben abbronzati. Sulla Meseta il sole picchia forte e le zone fra il ginocchio e il calzoncino, fra il polso e il gomito, e la nuca, sono a forte rischio ustione anche in un solo giorno. Qualche busta di plastica per separare la biancheria pulita e asciutta da quella che eventualmente non si è fatto in tempo a far asciugare, e un bustone condominiale tagliato e aperto nella maggior lunghezza possibile, da usare in emergenza in caso di notte all'addiaccio, per isolare il sacco letto dall'umidità del terreno. Qualche molletta piccola per bucato e 5 o 6 metri di cordino sottile per stendere, che all'emergenza può servire per altri usi, come ad esempio fissaggi di fortuna, o sotituzione di un laccio da scarpe che si rompe.

Pronto soccorso
Cerotti e disinfettante, 1 benda elastica e qualche compressa di garza; pomata antinfiammatoria (da applicare immediatamente ai primi sintomi di tendinite); ovviamente i farmaci assunti abitualmente per eventuali patologie croniche. I farmaci da banco possono essere facilmente acquistati in qualsiasi farmacia locale.

Attrezzatura
Coltellino multiuso, velcro non adesivo, fil di ferro, fascette in plastica, una piccola pinza a becchi con tronchese, tool multiuso per ciclista (include alcune chiavi fisse, a brugola, e cacciaviti; cacciacopertoni, pompa gonfiaggio o bomboletta CO2, 1 camera d'aria, kit di pezze e mastice; 1 set di pattini freno; 1 cordicella cambio; 1 cordicella freno; luce di posizione posteriore e faretto anteriore. È inutile portarsi dietro altre attrezzature per le riparazioni più strane, tanto, se si deve incappare in qualche guasto particolare, sarà quello per il quale non abbiamo portato gli attrezzi. In ogni caso, lungo il percorso si trovano numerose officine specializzate in cicloriparazioni e all'occorrenza anche un meccanico generico può effettuare una riparazione provvisoria che consente di arrivare fino alla prossima cicloofficina.
Se non si ha con se l'attrezzatura adatta, ogni pochi giorni, dove possibile recarsi in una officina di biciclette e far spazzolare e lubrificare tutta la trasmissione. Controllare spesso i freni e le cordicelle; si trovano forti pendenze che li mettono a dura prova.

Oggetti utili
Fotocamera digitale, (ho fatto circa 800 foto e pochissimi filmati, ma tornato a casa e riordinando i ricordi, ogni tanto scopro che questo o quello mi son dimenticato di immortalarlo); telefonino (non si sa mai...), ciclocomputer e/o GPS. Per ogni apparecchio bisogna ovviamente ricordarsi del relativo caricabatterie o eventualmente un set di batterie usa e getta di ricambio, le altre si compreranno in loco. Occhiali da vista (se necessari), occhiali da sole magari con ricambio lenti per la sera (un moscerino nell'occhio non piace a nessuno, se poi è un calabrone, ancora meno). La lampadina tascabile non è necessaria se si dispone del faretto anteriore staccabile della bici. Un quaderno e una penna per fermare su carta le impressioni della giornata. Una piccola guida di riferimento (io mi son portato appresso il libricino “Guida al Camino di Santiago de Compostela in bicicletta”) e un dizionarietto.

I trasferimenti
Il pellegrinaggio classico dei nostri giorni è senz'altro diverso da quello compiuto in periodo medioevale. Allora il pellegrino usciva di casa, a volte dopo aver fatto testamento e a volte per non tornare mai più per disgrazia o ideologia spirituale, e comunque dal momento della partenza al ritorno a casa, il viaggio era interamente compiuto a piedi, andata e ritorno; poteva durare mesi o anche anni. Oggi i ritmi di vita impongono tempi stretti per cui la maggior parte dei pellegrini si trasferisce con i mezzi più disparati da casa propria fino a Saint Jean o a Somport, o più avanti; da lì inizia il pellegrinaggio vero e proprio, e giunto alla meta torna a casa con i mezzi di trasporto più idonei.
Sia a Santiago che nelle vicinanze di Saint Jean ci sono aeroporti e comunque entrambi i centri sono serviti abbastanza bene da servizi di trasporto su gomma e su rotaia. Si possono noleggiare furgoni o andare con il mezzo proprio, servirsi della combinazione di aereo, traghetto, treno e pullman. Ognuno valuterà in funzione del tipo di organizzazione e del budget a disposizione.
Il mio trasferimento:
bici semismontata su Daewoo matiz van; Nuoro-Olbia in auto; Olbia-Genova traghetto con auto al seguito; Genova - Saint Jean - Huntto in auto; auto parcheggiata a Huntto fino al rientro; bici da Huntto a Santiago; arrivato a Santiago ho spedito la bici a Nuoro con il corriere espresso internazionale; Pullman da Santiago a Irun; trenino da Irun a Bayonne; treno da Bayonne a Saint Jean; taxi da Saint Jean a Huntto; auto da Huntto a Genova; traghetto Genova-Portotorres con auto al seguito; Portotorres-Nuoro in auto.

Documenti
Indico tutti i documenti più utili, anche quelli che potrebbero non ricorrere a seconda dei casi.
Carta di identità; Patente di guida (anche se si va senz'auto, può esserci la necessità di noleggiarne una); Carta di circolazione dell'auto; Bollino di revisione periodica; fotocopia del foglio complementare (certificato di possesso); Assicurazione RC; Tessera sanitaria (è valida in tutta Europa).
Un po' di denaro liquido, Tessera Bancomat (si può prelevare in quasi tutti gli sportelli ATM internazionali); carta di credito, può essere anche una prepagata, ma comunque meglio se del circuito Visa o Mastercard; in caso di carta di credito non prepagata, portare appresso e tenere separato anche il numero di carta e il numero telefonico per la disattivazione in caso di furto o smarrimento; gli stessi numeri possono essere lasciati anche a persona fidata a casa per eventuali emergenze analoghe. Ricordarsi che per prelevare presso gli ATM con la carta di credito è necessario il PIN.
Volendo, prima di partire, si può anche stipulare una polizza assicurativa.
Per tutti i documenti, controllare la scadenza e il periodo di validità o la regolarità.

Documenti del Camino
Sono due: la Credential e la Compostela o Compostellana.
La Credential è il vero documento ufficiale del Camino, quello che segue il pellegrino fin dalla partenza e che ne attesta la qualità di viaggiatore per fini religiosi (ad limina Sancti Jacobi); questo documento, timbrato (sellado) almeno due volte al giorno negli appositi punti disseminati lungo il percorso, dà “diritto” all'ospitalità presso gli albergue per una notte. Non è consentito pernottare per più notti nello stesso albergue se non per gravi motivi di salute. Come indicato più avanti, la Credential può essere richiesta in Italia, per posta ordinaria, almeno un mese prima della partenza, o all'inizio del Camino a Saint Jean Pied de Port, o nelle principali tappe del percorso.
Il secondo documento, la Compostellana, è un foglio redatto in latino (in caso di pellegrinaggio religioso) o in spagnolo (in caso di qualsiasi altra motivazione legata al viaggio) che attesta il compimento del viaggio stesso per le motivazioni dichiarate al momento del rilascio, effettuato esclusivamente dalla Oficina de Peregrinos di Santiago de Compostela.

Foto
Non sono mai abbastanza; io ne ho fatte circa 800 che poi ho provveduto a “scremare”. Torna senz'altro utile un piccolissimo treppiede (50 grammi, 2 euro) specialmente per usare la fotocamera con l'autoscatto. Chi può, userà anche una fotocamera per uso sportivo come la Go-Pro (o simili), e magari anche una videocamera (occhio ai pesi di apparecchi, batterie e caricabatterie). Se invece le finanze non lo consentono, ma magari si ha anche una vecchia fotocamera ancora funzionante ma di poco valore o inutilizzata, ci si può autocostruire con pochi spiccioli un supporto per montarla sulla bici e ottenere delle riprese inimmaginabili.
Ovviamente, ricordarsi di portare anche abbondanti supporti di memoria.

Riferimenti
La mia bici è una FRW acquistata e successivamente messa a punto da Ciclo Moto Sport di Vanni Demurtas, tecnico appassionato e con una professionalità di alto livello.
Il navigatore satellitare è un Garmin Edge 705 con ciclocomputer, altimetro barometrico, cardiofrequenzimetro e sensore di cadenza pedalata; a bordo ha una micro-SD aggiuntiva da 2GB. Sulla memoria standard ho installato tramite OpenMtbMap la mappa della Spagna e sulla SD la mappa della Francia. Entrambe le mappe (come pure quella dell'Italia) sono liberamente scaricabili dal sito www.openmtbmap.org, complete di curve di livello, e facilmente installabili su PC e su navigatore. Comunque maggiori informazioni sono disponibili sui miei spazi web in costruzione www.nibbaru.altervista.org e web.tiscali.it/markojo, ma soprattutto nell'area Download di questo stesso Blog da dove è possibile scaricare anche una gran quantità di foto del viaggio (tutte dettagliattamente referenziate) nonché la raccolta di provini con le miniature anch'esse referenziate, per una più facile individuazione delle foto stesse.
Gli appunti di viaggio sono stati redatti sinteticamente ogni sera su un quadernetto. Successivamente sono stati riordinati in un file di testo preliminare completato in una seconda fase con una ristretta selezione di immagini riprese con una comunissima fotocamera digitale compatta: Canon Powershot A460 con CCD da 5Mpxl, zoom ottico 4x e alcune SD card da 8GB; alimentata con 2 stilo AA alkaline facilmente reperibili ovunque per una autonomia praticamente illimitata e nessun peso aggiuntivo del caricabatterie. Per le foto con l'autoscatto mi sono servito di un leggero e piccolissimo treppiede telescopico (15-45 cm) da 2 euro.
La versione cartacea di questo “Diario di viaggio” è stata realizzato interamente “in casa”:
composizione e impaginazione eseguita con software opensouce “LibreOffice” della community per il software free “Document Foudation”, liberamente prelevabile dal sito www.libreoffice.org. Trasformazione finale in formato PDF con la funzione interna standard di LibreOffice. Stampa con stampante laser color Samsung CLP-315. Per alcuni esemplari: pinzatura e rilegatura in brossura con Termobinder 200 e colla termofusibile; gli altri, rilegatura a quinterno con rifilatura manuale con cutter, pressino e profilo metallico. Solo per pochi "eletti", brossura cartonata rigida con cuciture a mano. Rielaborazione grafica delle planimetrie e dei profili altimetrici con i software free Gimp e Inkscape. Calcoli delle ascese totali e referenziazione grafica su planimetrie e profili, nonché referenziazione delle foto, sempre con LibreOffice e le mappe di OpenMtbMap installate sul software MapSource in dotazione con il navigatore Garmin. Per la versione web, stessi software e composizione diretta su Blogspot di Google.
La “Credential” può essere richiesta in alcuni punti lungo il “Camino”, o a Saint-Jean-Pied-de-Port, o, meglio ancora, preliminarmente in Italia (come ho fatto io), alla “Confraternita di San Jacopo di Compostella” Centro Italiano di Studi Compostellani - via del Verzaro, 49 - 06123 Perugia - Tel. 075-5736381 Fax 075-5854607 - e-mail: santiago@unipg.it che la rilascia in un formato leggermente più grande di quello rilasciato in Francia, e capace di accogliere senza sovrapposizioni la maggior parte dei “sellos”. Allegato al documento rilasciato in Italia, è presente un bollettino di ccp con il quale, a piacere, è possibile effettuare una piccola donazione, utile al Centro Studi per mantenere l'attività. Alla stessa Confraternita si può rivolgere chi fosse interessato a prestare opera volontaria di hospitalero presso i rifugi del Camino.

La Storia (sintetica)
Giacomo il Maggiore, Apostolo, fratello di Giovanni (entrambi Evangelisti), dopo aver compiuto la sua opera di evangelizzazione nella penisola iberica, tornò in Palestina, ma lì fu giustiziato da Erode Agrippa. Dopo la morte, i suoi discepoli Teodoro e Attanasio trasportarono segretamente la salma via mare fino a Finisterre su una barca, vuole la leggenda guidata da un angelo, dandole sepoltura in terra di Galizia, luogo prediletto del periodo della sua predicazione. Per i secoli a venire non si seppe più nulla del sepolcro.
Nell’anno 813 l’eremita Pelayo, per molte notti successive vide una pioggia di stelle cadere sopra un campo. Una notte l'apparizione di San Giacomo gli rivelò in sogno che il luogo delle luci indicava la sua tomba. Scavando sul posto indicato dalle luci, l'abate trovò il sepolcro. Il locale vescovo Teodomiro, informato dei fatti fece giungere la notizia al Papa e ai principali sovrani cattolici. Iniziò così il culto del Santo presso una piccola chiesa fatta erigere per la sua commemorazione. Ben presto intorno ai luoghi del sepolcro sorse la città di Santiago de Compostela che prese il nome da San Giacomo (Iago o Jago, dall'ebraico Jacob), e dal luogo, campo delle stelle (campus stellæ).
La storia si intreccia con la leggenda che nell'anno 844 vuole un'apparizione di “Santiago Matamoros”, come determinante nella battaglia fra i Mori e Re Ramiro I d'Austria, nella quale quest'ultimo stava ormai per soccombere, quando il Santo, in sella al suo cavallo bianco, sgomina definitivamente gli oppressori.

Bibliografia
L'unico testo cartaceo consultato è stato il mio inseparabile compagno di viaggio "Guida al cammino di Santiago de Compostela in bicicletta" di Mariacarla Castagna e Riccardo Latini - Terre di Mezzo editore. Tutti gli altri innumerevoli riferimenti sono stati attinti da Internet; non li cito perché ovviamente si tratta di un tesoretto dinamico in continuo aggiornamento.
Sul mio spazio download e nella pagina "Links", oltre al presente testo, sono riportati numerosi link utili.

Fotodettagli
Qui di seguito poche foto che illustrano meglio alcuni accorgimenti e dettagli di quanto sopra esposto.

Modifica al portapacchi.
Profilo a "L" in alluminio, leggero e robusto. Spigoli arrotondati e smussati per non ferire.
Lo scopo è quello di allargare la superficie di appoggio del portapacchi, in modo che lo zaino rimanga su una superficie stabile e non si muova in curva e con i sobbalzi del mezzo.
Al posto dei dadi+glover si possono usare dadi autobloccanti.





15 commenti:

  1. Complimenti. Hai fatto un'opera veramente completa e perfetta in ogni particolare. Vorrei chiederti solo una cosa, visto che prossimamente intendo fare il pellegrinaggio in bici. Mi riferisco alla modifica che hai apportato al portapacchi per alloggiare uno zaino al posto delle solite borse. Potresti darmi alcuni dettagli dell'operazione e soprattutto che zaino hai utilizzato? Grazie.

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    1. Le foto delle modifiche al portapacchi, così come altre relative alla borsina, allo zaino e altre utili, sono state spostate alla pagina FOTODETTAGLI.

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  2. In questa stessa pagina (e ovviamente nell'archivio ftp) pubblicherò a breve alcuni dettagli tecnici, fra cui la semplice modifica del portapacchi.

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  3. bravo, bellissimo reportage...potresti aggiungere ad ogni tappa i km effettuati

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    1. Dal 10 agosto sarò in ferie e avrò un po' di tempo da dedicare al blog proprio per l'argomento da te richiesto.
      Sono ancora indeciso se gestirlo in una sezione a sé stante o (come nel diario in PDF liberamente scaricabile dallo spazio FTP) all'inizio di ogni "tappa". Si accettano consigli!
      ¡ ULTREYA !

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  4. Salve, il mio nome è Pina sono pugliese e ho 50'anni. Esattamente fra 2 anni sarò in cammino per Santiago, non vedo l'ora! Perchè 2 anni? perchè attualmente ho problemi di salute che in questi 2 anni intendo risolvere, inoltre mi serviranno per allenarmi, visto che attualmente cammino pochissimo a piedi e tanto in auto.
    questo viaggio mi servirà per purificarmi l'anima, e ritrovare me stessa. chi vorrà far parte con me della comitiva sarà il benvenuto. Partirò esattamente da Sant'Agata di Puglia il 1° giugno 2015.

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    1. Ciao Pina,
      e... BRAVA!
      Innanzitutto ti faccio i miei più sinceri auguri per la tua salute che personalmente ritengo sia sempre aiutata dalla forza di volontà che pare proprio non ti manchi.
      E poi devo complimentarmi per la determinazione che sta animando questa tua iniziativa. Parlo di determinazione e non di lungimiranza perché due anni sono brevi, e se affollati da impegni e progetti convinti volano via in un soffio.
      Fra l'altro tu parli di due anni, ma io penso che come è già stato per me, e per tanti altri pellegrini e aspiranti tali, il tuo "Cammino" sia già in corso, cominciato da quando hai iniziato a pensare di volerlo.
      Per questo già da adesso ti auguro "Buen Camino!" e...
      ¡ ULTREYA !

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  5. Ciao markojo!
    Quest'estate io, mio marito e mio figlio , che allora avrà nove mesi vorremmo percorrere il Cammino in bici. Siamo MTBikers abituali , ma da quest'anno con l'arrivo di Niccolò dobbiamo ridimensionarci un po. Quello che desidero chiederti riguarda la praticabilità dei tratti sterrati. Mi spiego, Niccolò verrà traportato in un carrellino ed ovviamente dovremo evitare tutti quei tratti in cui il carrello semplicemente non passerebbe. Tuttavia, vi sono tratti sterrati "scorrevoli"?
    Credi che si riuscirebbe a fare un po asfalto e un po sterrato? Ti ringrazio molto e complimenti per la tua guida ben fatta. Barbara.

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    1. Ciao Barbara & C.,
      sarei propenso a pensare che a dicembre i pensieri volti al Cammino delle Stelle tendano a raffreddarsi... e invece a quanto pare c'è sempre chi pianifica. Ma d'altronde, proprio io dovrei tacere, dato che già dall'anno scorso mi solletica l'idea di fare il Cammino a piedi in inverno. Per come temo il freddo, la "mia" Barbara (allergica ai pedali) mi prende in giro, e io stesso non so capacitarmi ti tale idea. Ma tant'è...
      Comunque bando alle considerazioni e mano ai fatti!
      Ricordo tempo addietro di aver letto la testimonianza di viaggio di una giovane coppia con la loro bambina. Siccome conservo tutto ciò che mi intriga sull'argomento, spulciando il mio archivio di link ho trovato qualcosa di molto analogo al vostro progetto: Fabio, Simona, e la piccola Rebecca di nove mesi.
      Al di là delle implicazioni sportive piuttosto che religiose, penso che la loro esperienza possa essere estremamente interessante per il vostro progetto.
      Un breve sunto è presente su quello che (non solo io) reputo il miglior sito italiano relativo a Santiago:
      www.pellegrinando.it
      curato da Luciano Callegari,
      In particolare alla pagina:
      http://santiago.pellegrinando.it/fabio/fabio.htm
      in calce alla quale è anche presente il loro indirizzo email per poter avere maggiori informazioni.
      Gli stessi pedalanti hanno anche pubblicato maggiori dettagli su
      http://www.biciviaggi.it/bambini12.htm
      Per quanto riguarda il tracciato, come spiego nel mio blog, è possibile anche il "tutto asfalto", ma poiché siete interessati a permearvi del fascino vero del Cammino... la maggior parte del tracciato corre su piste sterrate battute e quindi decisamente agevoli anche al transito con carrello. Rispetto all'asfalto potrebbe esserci più polvere, ma per contro c'è il vantaggio dell'assenza di traffico veicolare e più lunghi tratti in ombra rispetto alle carretteras.
      L'unica nota degna di ponderazione è quella relativa al valico dei Pirenei: fare la via alta (quella che ho fatto io) comporta dei tratti particolarmente impegnativi in mezzo al bosco, e alcune parti molto fangose anche in piena estate. Valutare l'alternativa della via bassa, o della variante Aragonese da Somport (quest'ultima in discesa molto ripida dopo lo spartiacque).
      Ovviamente, a causa di numerosi tratti gradonati e impervi, per l'ascesa al Cebreiro la scelta è obbligata: asfalto.
      In ogni caso, penso che la cosa migliore sia quella di contattare Fabio e Simona che, ne sono certo, saranno prodighi di indicazioni e suggerimenti.
      Anche se l'invidia è un brutto sentimento, continuo sempre a invidiare un po' (bonariamente) tutti coloro che hanno la possibilità di fare il Cammino in compagnia della loro "metà del cuore". Forse un giorno in un barlume di "follia", il mio amore cambierà idea e partiremo insieme. Per ora il mio prossimo Cammino lo vedo in solitaria; unica alternativa che personalmente concepisco.
      Buon Anno e Buen Camino!
      ¡ ULTREYA !

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  6. Ciao, ottimo sito e ho letto tutto il racconto delle tue tappe..una per una...dato che anch'io a metà aprile inizierò il Camino Francese in mtb.
    utilissime informazioni...grazie mille!
    Marco (il kate)

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    1. Ciao Marco (il kate?),
      Sono molto contento per te e anche un po' invidioso (scherzo), perché io dovrò aspettare ancora un annetto abbondante per tornare sul sentiero che mi ha cambiato il modo di vivere e di affrontare i problemi quotidiani.
      Se sei interessato al download dei contenuti dal mio spazio ftp, scrivimi per avere le credenziali.
      E scrivimi anche se hai altre domande alle quali potrei tentare di rispondere.
      "Buen Camino!"
      e...
      ¡ ULTREYA !

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  7. CIAO , MI CHIAMO THIERRY COMPLIMENTI PER IL RACCONTO , BEN DETTAGLIATO E PRECISO , IO LO VOGLIO FARE NEL GIUGNO 2015 E SICURAMENTE IL TUO BLOG SARA PER ME FONTE DI INFO . GRAZIE DI AVER CONDIVISO IL TUO CAMMINO CON NOI. THIERRY

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    1. Ciao Thierry,
      tanti auguri per il tuo Cammino.
      Oltre che dai commenti del blog, ho avuto modo di vedere che siamo in tanti ad avere le idee chiare sulla pianificazione.
      Il fatto è che scalpitiamo nell'attesa, e forse la preparazione ci fa sentire ancora più pronti a rispondere alla chiamata.
      A Dio piacendo, io partirò un mesetto dopo di te.
      Per adesso, buona preparazione, "Buen Camino!" e...
      ¡ ULTREYA !

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  8. ciao grazie per le esaurienti notizie ,Cristina ed io (laura)partiremo verso il 17 di agosto 2016 in MTB,vorremmo tornare a SJdP in bus,speriamo di trovare posto non potendo programmare il rientro da Compostela,ci siamo daye 14 g, ma non è detto che sia così.grazie laura

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    1. Ciao Laura... e Cristina, :-)
      sei stata povera di indicazioni, quindi andrò per supposizioni. Se poi vogliamo approfondire, puoi scrivermi all'indirizzo email che trovi nella pagina "Download" di questo stesso sito http://nuorosantiago.blogspot.it/p/spazio-ftp.html. Così ti do anche le credenziali per scaricare dal mio server tutte le foto e altre chicche e info utili.
      Il mezzo di ritorno più gettonato è l'autobus della ALSA (www.alsa.es).
      Da Santiago, la destinazione più vicina a SJPdP è Irùn, ultimo caposaldo spagnolo. Due corse giornaliere, una al mattino e una pomeridiana, della durata di 13 ore compresa una sosta intermedia. Poi, dal capolinea ALSA di Irun in 2÷3 km a piedi/bici/taxi si arriva alla stazione ferroviaria di Hendaye (Francia) varcando il confine con un ponte sul rio Bidasoa. Da Hendaye prendi un primo treno per Bayonne e infine un secondo treno per SJPdP. Comprese le attese per le coincidenze, metti in conto una giornata di viaggio; del resto si tratta di attraversare tutta la Spagna!
      Io ho preso la corsa pomeridiana delle 18:00 (occhio ai nuovi orari!) e sono arrivato a Irun verso le 7 del mattino dopo. Ti dico subito che la parte notturna del viaggio è un calvario perché comunque non riesci a dormire e non puoi neanche distrarti col panorama esterno. Il vantaggio è che risparmi sul prezzo di un pernottamento all’arrivo che invece devi mettere in conto facendo la corsa diurna che arriva intorno alle 21:00. Ma se non altro, con la diurna ti lucidi gli occhi col panorama dal finestrino (meglio cercare di occupare i primi due posti a fianco all’autista).
      Il biglietto per Irun costa una sessantina di euro + 10÷15 euro per la bici. Non so se poi la bici paga (e quanto) anche da Hendaye a Bayonne e da Bayonne a SJPdP. Il vero problema resta comunque quello della tratta lunga in autobus perché il vano bagagli può ospitare al massimo 4 bici che devono essere imbarcate parzialmente smontate e con un adeguato imballaggio a cura dell'utente.
      Fossi in voi valuterei l'alternativa usata da me e dai miei companeros valenciani: spedire la bici a casa tramite corriere espresso. Costa un centinaio di euro (per l'Italia) ma è comprensivo di tutto. Tu lasci la bici e paghi. Loro pensano a imballare (benissimo!) la bici e a recapitarla dove vuoi tu con la possibilità di scegliere anche il giorno di consegna. Se riesco, questo fine settimana cerco i riferimenti della agenzia di spedizioni e li pubblico.
      Se non dovete andare a Finisterre in bici, è probabile che comunque vi fermiate a Santiago almeno un giorno. Appena arrivate a Santiago conviene quindi andare QUANTO PRIMA all'autostazione ALSA e prenotare i posti bici (e magari anche i biglietti passeggero) per il giorno previsto; se non dovessero esserci posti bici disponibili potrete sempre ripiegare sulla spedizione. Poi potrete dedicarvi alle altre attività di rito, compresa quella che io ho stupidamente omesso: andare a Finisterre almeno in autobus. Valuta anche un altro particolare; se imbarcate le bici sull’autobus, dal capolinea ALSA di Irun dovrete sballarle e procedere in sella perché muoversi con la bici incartonata o nella sacca, specie fra Irun e Hendaye è praticamente impossibile. Questo comporta anche l’impossibilità di trasportare eventuale bagaglio aggiuntivo formatosi a Santiago per portare souvenir a casa.
      Ribadisco che sono andato per supposizioni, non sapendo come intendete arrivare a SJ all’andata, perché ci sono molte alternative fra cui quella dell’aereo: ci sono diversi voli low cost dall’Italia per Lourdes da dove in meno di 200 km puoi arrivare prima a Bayonne e poi a SJPdP.
      Non posso dilungarmi perché ho raggiunto il limite dei caratteri.
      Se la mia esperienza può esservi utile in qualche modo, mi fa piacere anche rispondere a mezzo email.
      Per maggiori info su ALSA e bici: https://www.alsa.es/experiencia-alsa/planifica-tu-viaje/equipaje
      Nel frattempo vi auguro "Buen Camino!" e...
      ¡ ULTREYA !

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